

La vicenda è talmente attuale che anche un settimanale internazionale come L’Economist, con tutto quello che succede nel mondo, gli ha dedicato l’ultima copertina. Titolo in prima pagina: Come l’intelligenza artificiale sta rivoluzionando le ultime generazioni. Sottotitolo: La tecnologia offre opportunità straordinarie, ma anche rischi inquietanti. Negli Usa il bestseller La generazione ansiosa dello psicologo Jonathan Haidt è ancora in testa alle classifiche delle vendite. In Italia recentemente La Stampa di Torino ha proposto un’inchiesta sui danni psichiatrici ai giovani dovuto all’abuso degli smartphone, dove la punta dell’iceberg sono ricoveri e suicidi, ma la quotidianità è un malessere molto diffuso. Nel fine settimana dell’Immacolata a Roma si è tenuto un incontro unico, tentativo concreto di risposta a questa enorme domanda sociale.
Nella sede del Parlamento Europeo a Roma, il 6 e il 7 dicembre, infatti, più di 50 ragazzi hanno partecipato all’evento di lancio del progetto Eu-Voice Giovani, che è stato chiamato I Ctrl Me, a significare che la strada vera di una reazione della generazione ansiosa deve passare dell’auto controllo e dall’auto regolazione. Il progetto, sostenuto dal Parlamento Europeo è stato promosso dal deputato europeo, ex Sindaco di Roma e medico chirurgo di fama mondiale, Ignazio Marino (qui un suo articolo dalla Stampa). si articola su tre pilastri: un’indagine sistematica sulla salute mentale dei giovani nei 27 Paesi della Ue; il censimento delle risorse e delle buone prassi già attive; la creazione di un database geolocalizzato, accessibile in modo orizzontale, pensato per mettere in rete esperienze e competenze a servizio delle future policy del Parlamento.
Ha detto fra l’altro Marino all’incontro romano: «Uno degli articoli del Digital Services Act propone il divieto dei social sotto i 16 anni: non so se sia la strada giusta, ma è una domanda che dobbiamo porci insieme. Prima di prendere decisioni sulle nuove tecnologie dobbiamo ascoltare tutte le voci che hanno qualcosa da dire». Antonio Picano, psichiatra e pioniere nell’uso dell’intelligenza artificiale in ambito clinico (qui la sua intervista a Repubblica), ha spiegato ai ragazzi: «Il cervello è una macchina straordinaria: consuma appena 20 watt. Per fare le stesse cose ad un computer serve l’energia di un intero quartiere. Lo scrolling sui social è una dopamina fake che placa l’ansia del decidere, ma non costruisce il futuro come la dopamina dei progetti». La psicologa Fabiana Nuccetelli ha suggerito: «Lo scrolling è spesso un automatismo. Ma lo stesso stimolo può generare una risposta diversa e più funzionale. Chiudere per un momento gli occhi e tornare al respiro è uno strumento semplice, sempre disponibile, per rientrare nel presente. E riconnetterci al presente ci permette di ricaricarci». Un esempio di auto regolazione e di controllo di sé è venuto da un campione dello sport, che ha portato la sua testimonianza, il Ct della nazionale maschile di pallavolo Ferdinando “Fefé” de Giorgi. Mentre l’esperto di AI Luigi Vassallo ha accompagnato i giovani nella scoperta di quanto l’intelligenza artificiale può essere utile.
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